In questo articolo ti illustro una strategia per combattere la Sindrome di Rebecca.
Si tratta di una tecnica che non ho inventato io.
È l’idea di una lettrice di questo blog che mi è stata proposta in un lungo scambio di email.

La pubblico con estremo piacere perché ritengo si tratti di un metodo:

  • con valide basi scientifiche (che ti illustrerò nello specifico tra poco)
  • di facile applicazione su ogni storia e scenario di gelosia retroattiva (basta avere un po’ di fantasia)
  • di sicura efficacia (l’ho testato personalmente)

Bene, diamo quindi subito spazio a quella che è stata battezzata la

Strategia di sovrapposizione dei ricordi

L’autrice e la sua storia

Come ti ho già detto la strategia in questione è un metodo che mi è stato passato da una lettrice del sito.
Si chiama Sonia e, come molti di noi, soffre di gelosia retroattiva dagli albori della sua storia sentimentale.

Ho avuto modo di conoscere Sonia tramite email, quando mi scrive per chiedere aiuto durante un periodo abbastanza difficile della sua vita.
Ne nasce da subito un ricco scambio epistolare.
È un piacere scoprire che mi trovo di fronte una persona con notevole consapevolezza e spirito critico.

Durante una lunga mail Sonia mi parla di un suo particolare disagio legato alla Sindrome di Rebecca e del modo che le ha permesso di liberarsene.

Il suo ragazzo, con un discreto numero di esperienze precedenti il loro rapporto, ha una grande passione per la musica ed è il cantante e chitarrista di numerose band nel suo paese.

Un giorno Sonia mi racconta di una situazione dove si trovava puntualmente molto in difficoltà e del suo brillante metodo per uscirne fuori:

Maledetto il giorno in cui il mio fidanzato disse:

<<Quando suonavo nella cover-band dei Foo Fighters le avevo dedicato [ad una sua ex] Learn to fly, che era diventata la nostra canzone.>>

Da quel momento io iniziai a ODIARE Dave Grohl con tutte le mie forze e tutte le volte che parlava anche solo di quanto si divertisse a suonare con quel gruppo che ormai si è sciolto (come se stesse raccontando di quando da piccolo andava a giocare al parco giochi) il mio stupido cervello faceva legami logici del tipo:

si divertiva con quel gruppo → in quel periodo stava con lei → allora lei gli manca

Forse sarebbe meglio chiamarli legami illogici, ma purtroppo è così che funziona la mia mente.

A un certo punto ho pensato:

<<OK, non posso cancellare i suoi ricordi… ma posso crearne di nuovi e sovrapporli ai vecchi>>

Sai che ho fatto?
Gli ho comprato i biglietti per andare a vedere INSIEME i Foo Fighters a Cesena.
E adesso ogni volta che alla radio c’è una loro canzone mi dice “Ti ricordi al concerto quando….”
Alla chitarra mi ha dedicato tante delle loro canzoni e del ricordo dell’ex neanche l’ombra. 🙂
Penso di aver fatto pace con Dave Grohl.

Dave Grohl approva il metodo anti-gelosia retroattiva :)
L’ho chiamata “Strategia della sovrapposizione dei ricordi”.
Anche se in piccolo… per me è stata una grande vittoria! 🙂

Perché sovrapporre i ricordi funziona?

Quando lessi del metodo pensai subito

Anvedi! Non male… quasi quasi lo condivido con tutti i lettori di GelosiaRetroattiva.net.

Ed effettivamente ecco qui che lo trascrivo in un post sperando possa essere di aiuto e supporto a tutte le persone colpite dalla Sindrome di Rebecca. 🙂

Il fatto è che il metodo di Sonia ha alcune caratteristiche che lo rendono interessante ed efficace.

È lei stessa che ci spiega come e perché:

Sono cosciente di soffrire di gelosia retroattiva da molto tempo, da ancora prima di conoscere il suo nome, e per questo ho sempre fatto molta introspezione e cercato dei metodi per aggirarla, più che per sconfiggerla, perché, ahimè, quella torna sempre.
Ma piccoli accorgimenti mi hanno aiutato durante periodi molto brutti.

Questo “metodo” mi ha dato tante soddisfazioni.
L’ho ideato, se così si può dire, quando stavo studiando l’esame di farmacologia.
Durante una delle lezioni la professoressa ci aveva detto che la corteccia olfattiva e la corteccia visiva sono legate al circuito dei ricordi dell’amigdala e che il nostro cervello funziona più per associazioni che altro.

amigdala, il "cuore" di ricordi ed emozioni

<<Vi è mai capitato – aveva detto la prof durante una delle prime lezione – quando sentite l’odore di naftalina o di mobili antichi di ripensare a vostra nonna?

Ciò accade perché qualsiasi cosa avete udito, visto o sentito l’avete associata ad un particolare ricordo, e risentire quel particolare rumore o odore, o rivedere quel particolare oggetto, riporterà alla mente il ricordo ad esso associato.>>

La mente di Vittorio [il ragazzo di Sonia] sicuramente associava le canzoni dei Foo Fighters ad un particolare periodo della sua vita, quando suonava nella sua cover-band, quando dedicava alla sua ex quelle canzoni.
Riascoltarle, anche anni dopo, portava a galla tali ricordi.
Certo, magari avrebbe dovuto tenerli per sé.
Ma – “desiderando condividere tutto con me” – ha voluto che li conoscessi.

Io ero arrivata al punto di spegnere la radio ogni volta che sentivo quella voce inconfondibile urlare e Virgin era diventato un canale da evitare.

Il problema è che i Foo Fighters sono ancora il suo gruppo preferito e spesso in macchina metteva i loro cd.
Come potevo spiegargli che ero strana o nervosa per colpa di quella stupida canzone che aveva appena messo?
Come potevo fargli capire che ogni volta che ascoltavo quelle note riuscivo solo a pensare a lui che dedica una canzone ad una ragazza che non ero io?
Ogni volta che ci baciavamo e sentivo in sottofondo quella voce gli chiedevo di cambiare cd.

Ci ho provato a spiegargli il mio problema ma non capiva.
Dovevo fare qualcosa e subito!
Anche perché la musica fa parte di lui (suona la chitarra elettrica e la batteria) e “odiare il suo mondo” avrebbe logorato anche la nostra storia.

Ho pensato così di farmi forza, impegnarmi ad ascoltare quelle canzoni e sovrapporre ai vecchi ricordi dei nuovi ricordi legati a quella musica.
E sai che ti dico?
Al concerto mi sono divertita e ho capito che non avevo cambiato solo le “associazioni mentali” di Vittorio, ma anche le mie.

Mi sono accorta che dopo aver partecipato al concerto quando vedevo la faccia di Dave Grohl non pensavo più alla sua ex, ma a Vittorio che mi sorride mi dà un bacio dicendomi
<<Grazie! Buon anniversario amore!>>

Thank you Dave Grohl!
Thank you Dave! 😉

Ho usato questo metodo anche altre volte.
C’è un ristorantino nella nostra zona, dove lui mi aveva detto che andava spessissimo con la sua ex.
Inutile dirti che per tre anni ho evitato quel ristorante come se fosse un campo di concentramento:
immaginavo lei e lui seduti al tavolo, mano nella mano, felici e innamorati.
L’idea mi faceva ribollire il sangue e non volevo assolutamente mettere piede in un posto dove era stata lei.
Era il “loro ristorante”.

Memore però del successo avuto con il metodo-Foo-Fighters ho deciso che mi sarei fatta forza e avrei fatto diventare quel posto la NOSTRA taverna.

La prima volta che vi sono entrata ho sentito come se le pareti mi schiacciassero.
Mi guardavo intorno, come se da un momento all’altro sarebbe spuntata LEI.
Ma non dovevo farmi prendere dal panico, dovevo rendere quella serata FANTASTICA per creare un “nuovo ricordo” che spazzasse via i vecchi.

Così gli ho regalato un album fotografico con tutte le nostre foto e l’ultima l’abbiamo scattata lì.

Anche la scena di quando ho fatto cadere il raviolo al sugo al centro del tavolo (schizzandomi tutta, facendolo scoppiare a ridere e dire che ero troppo imbranata) credo abbia contribuito a creare un ricordo divertente, oltre che romantico.
Ora andiamo spessissimo in quel ristorante e le pareti non mi schiacciano più.

Sono arrivata alla conclusione che forse certi luoghi sono “giusti” ma i nostri amori ci sono andati con le persone sbagliate.
Il problema di noi gelosi retroattivi è che scappiamo da certe cose quando invece dovremo affrontarle con serenità e spontaneità.

Lui ti parla di quando andava in giro in moto con la sua ex?
Bene non odiare le moto ma affitta un quod!!
Lei gli aveva regalato un maglione?
Tu regalagli un cappotto!
Lei gli cucinava le torte?
Bene tu fagli il tiramisù che è ancora più buono!

Bisogna sovrapporre, SOVRAPPORRE nuovi ricordi, nuove associazioni mentali fino a sotterrare quei ricordi che tanto ci fanno stare male…
è anche un modo per “sfidare il passato” e dimostrare a noi stessi (che tanto lo temiamo) che il presente è molto ma molto meglio 😉

Grazie mille a Sonia, al suo grande contributo che sono sicuro sarà di grande aiuto a tutte le persone che soffrono di gelosia retroattiva.

 

Ciò che è interessante del suo metodo è che esso può essere applicato con duplice obiettivo:

  • modificare la percezione che il nostro partner ha di qualcosa

… ma soprattutto

  • modificare la percezione che NOI abbiamo di ciò che non amiamo e che puntualmente ci trascina nella Sindrome di Rebecca.

Approfondiamo ora il discorso dal suo punto di vista scientifico, cercando di chiarire quello che Sonia ha studiato nel suo esame di farmacologia.

La nostra amica ci ha parlato dell’amigdala e delle associazioni di ricordi con gli stimoli provenienti dalle cortecce olfattivo-visive.
Tutte cose che al primo impatto possono sembrare un po’ difficili, ma che ti assicuro è possibile comprendere con un piccolo sforzo.

Il nostro piano è semplice:
cercare di capire come funziona la memoria, per spiegare perché il metodo della sovrapposizione funziona.

Come funziona la memoria

La memoria di tipo cognitivo è la memoria che ci permette di ricordare volti, numeri, parole, frasi, percorsi.
Attraverso questo tipo di memoria possiamo interagire col mondo che ci circonda, raccogliere e archiviare le informazioni più utili che poi possiamo richiamare e riutilizzare al momento del bisogno.

Ma come funziona questo processo di acquisizione-richiamo di dati?

Questo video della nota trasmissione Superquark di Alberto Angela ti spiega in modo molto semplice il principio di funzionamento della memoria:

Nel video è spiegato chiaramente come la mente dell’uomo non è fatta solo per ricordare, ma anche per dimenticare.
O meglio scartare quelle informazioni che non vale la pena conservare, a favore di quelle che invece vanno ricordate perché utili.
Ma come fa il cervello umano a sapere cosa ricordare e cosa no?

Le cose che si imprimono nella memoria sono soprattutto quelle che coinvolgono la nostra emotività.

Non è un caso se tendiamo a ricordare molto bene avvenimenti come il primo bacio, il primo giorno di scuola o il giorno della nostra seduta di laurea.

Anche se alcuni avvenimenti sono avvenuti anni o decenni addietro ci appaiono nitidi al pari del giorno appena trascorso.

Questo meccanismo vale per ogni tipo emozione e input che una persona riceve durante la sua vita, si tratti di eventi positivi o negativi.

Momenti estremamente dolorosi, divertenti, appaganti o irritanti saranno con molta probabilità fissati in quella che viene definita memoria a lungo termine, un tipo di memoria che è quasi impossibile scalfire.

C’è però un aspetto importante di tutto questo processo.

Quando richiamiamo alla mente un ricordo lo rielaboriamo.

Quindi ogni volta che ricordiamo qualcosa manipoliamo il ricordo, modificandolo irrimediabilmente e allontanandolo dalla realtà.

È il motivo per il quale le testimonianze sono sempre da prendere col beneficio del dubbio.
O per il quale capita di ricordare male un determinato evento, corredandolo di dettagli mai esistiti o associandolo a persone che in realtà mai ne hanno preso parte.

Infine cerchiamo di chiarire l’aspetto per il quale i ricordi sono legati a determinate percezioni che abbiamo vissuto nel momento della loro acquisizione.

Un esempio e applicazione calzante è la famosissima madeleine di Proust: il ricordo olfattivo che scatena richiami alla memoria di episodi autobiografici in modo estremamente dettagliato.

[Leggi questo articolo per approfondire la “Sindrome di Proust”]

Non c’è solo l’olfatto, ovviamente.
Tutti i cinque sensi possono legarsi ai ricordi.

Vivere un’esperienza significa appunto percepire la somma dei sensi in un dato ambiente durante una determinata azione.

È il sistema nervoso (e nel caso specifico la già citata amigdala) che attribuisce significato emotivo ai segnali offerti.
E in base a quel significato stabilisce cosa archiviare e cosa no.

Dato che insieme al ricordo viene archiviato anche lo stato emotivo che lo ha generato, la corrispondenza diventa biunivoca.

Potresti trovarti a pensare a quando da piccolo ti addormentavi sul divano coperto dallo scialle di tua madre nel momento in cui indosserai una felpa che ti regala la stessa sensazione di morbidezza di quello scialle.

O sentirti ancora come in quelle vacanze da adolescente se alla TV ascolti nuovamente un vecchio tormentone estivo di quegli anni.

memoria-ricordi

Applichiamo il metodo: Principi da sfruttare a nostro favore

Ora che ne sappiamo qualcosa in più circa il funzionamento della memoria nella mente umana abbiamo un paio di principi da poter sfruttare a nostro favore.

Attenzione, sarebbe da veri pazzi comportarsi in maniera calcolata con l’obiettivo di sovrastare / modificare / cancellare i nostri ricordi o, peggio, quelli del nostro partner!

È vero invece che alcune delle cose che abbiamo appena visto possono sicuramente darci la giusta direzione verso comportamenti più sani ed equilibrati da impiegare nel nostro rapporto.

Vediamole punto per punto:

  • Quando richiamiamo un ricordo allo stesso tempo lo rielaboriamo

Rifletti bene su questo aspetto strutturale e immodificabile della nostra mente.

Quante volte hai pressato il tuo partner con domande martellanti e fuori luogo sul suo passato?
Quante volte la tua gelosia retroattiva ha esagerato andando oltre i limiti del buon senso?

Quando vuoi la verità da qualcuno non forzarla con stupidi interrogatori!

Perché?

Perché, come illustrato nella seconda parte della puntata di Superquark che ti ho proposto sopra, potresti addirittura modificare il ricordo che il tuo partner ha del suo passato a furia di farglielo recuperare.
Nel bene o nel male.

Una ragione in più – nel caso non bastassero le altre – per evitare di lanciarsi in inutili e dolorose discussioni.

[Hai già letto questo articolo?
Perché devi SUBITO smetterla di investigare e fare domande sul passato del tuo partner
È inutile fare domande perché risposte che potranno placarti non esistono]

  • Ciò che coinvolge maggiormente la nostra emotività è ciò che più facilmente viene ricordato

E questo lo abbiamo capito.

Ma manca un piccolo dettaglio sul quale si fonda la Strategia della sovrapposizione dei ricordi.

  • Possiamo, a fronte di eventi emotivamente più importanti dei precedenti, ridefinire l’importanza di un ricordo in un determinato contesto

E questo può aiutarci notevolmente a superare ostacoli tipici della Sindrome di Rebecca.

OK, ti butto giù un veloce esempio.

Se odii un luogo che lui/lei ha frequentato in passato con un suo ex, ma che resta un posto importante o in cui bisogna andare per forza, le alternative sono due:

  1. metti al bando quel luogo, decidi che non devi più andarci, che non dovete più frequentarlo insieme.
    E ti prendi i rischi che ne conseguono: la creazione di un mostro che ti farà stare male ogni volta che dovrai affrontarlo (quando magari sarai obbligato ad andarci) e un sicuro deterioramento del vostro rapporto.
  2. provi a cambiare ricordo e percezione che TU e la persona che ami avete di quel luogo.
    Organizzi qualcosa di epico nei pressi del posto che sei arrivato ad adioare (una gita, una dichiarazione, dei fuochi pirotecnici, una serenata) e te ne prendi i benefici: il tuo amore in quel luogo ricorderà maggiormente il tuo gesto pazzo e innamorato piuttosto che il suo passato con qualcun altro, tu starai più tranquillo e – a tua volta – assocerai quel posto in modo positivo, per qualcosa di tuo, di vostro.

Inutile dirti che affrontare il caso n.2 non è facile.
Per niente.

Le azioni analoghe al secondo caso richiedono TUTTE una buona dose di coraggio e sacrificio.

Dovrai stringere i denti e lanciarti in qualcosa che proprio non ti va di fare.

Ma ti assicuro che ne varrà la pena, che i benefici che trarrai a seguire saranno notevoli.
E il caso di Sonia ce lo conferma.

Lavorare nella giusta direzione

Non ce ne dovrebbe essere bisogno ma è bene specificare un paio di concetti, necessari per applicare tutto quello che abbiamo visto fin ora nel giusto modo.

Per farla breve:

NIENTE (nessuna azione calcolata) può cancellare un ricordo ben radicato dalla mente di una persona.

E non è quello che vogliamo!
Possesso, controllo assoluto della persona amata, non ci interessano.

Giusto?

Concentrati per lavorare prima su di TE che su di LEI/LUI.

Si ricorda con maggiore chiarezza quello che è stato più importante, ma il regresso non si elimina.

Non illuderti, e neanche prova a pensare alla malata idea di poter sradicare dalla sua testa un determinato ricordo.
È follia.
Anzi, il paradosso è che più ci proverai, più sortirai esito opposto.

cancellare un ricordo non è possibile
No, non è possibile cancellare un ricordo in questo modo.

Infine:

NO alla competizione a tutti i costi.

Sonia nella sua e-mail ci ha parlato di sovrapporre.
Sovrapporre sì, ma non se questo è il fine ultimo.

È davvero inutile, oltre che frustrante, ritrovarsi a dover misurare e raffrontare ogni sciocchezza della nostra vita privata e di coppia.

Quando commetti qualche azione in particolare poniti la domanda:
lo sto facendo solo per competere col suo passato o per migliorare me stesso?

Ma per questo articolo può bastare.
Ti parlerò in modo più approfondito di questo aspetto nel prossimo post.

Foto tratte da Google Immagini.

Memoria e sovrapposizione dei ricordi: una strategia per vincere la Sindrome di Rebecca

Un pensiero su “Memoria e sovrapposizione dei ricordi: una strategia per vincere la Sindrome di Rebecca

  • Agosto 30, 2017 alle 1:41 pm
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    Ciao, bel sistema. Io sono Michele, mio malgrado geloso retroattivo …! Il mio più grosso problema è legato alla sfera sessuale. La mia attuale compagna, viene da 6/7 anni da single, dove non si è fatta mancare nulla . Le piace il sesso, lo ha fatto molto e spesso, con diversi partner occasionali. Diciamo che lei è stata molto naturale all’ inizio, raccontandomi molte cose. Come mi sembra naturale, quando siamo a letto insieme, e mi “confessa”, di provare con me , emozioni mai provate. Ho intrapreso da poche settimane un percorso con una psicoterapeuta, perché la persona, la situazione, le emozioni che mi regala lo stare insieme a lei, lo meritano. Sapere di non essere l’unico in una determinata situazione, è da una parte un sollievo, e dall’ altra una consapevolezza. Ho un problema, non sono pazzo, c’è modo di “guarire ” e stare meglio. Banalmente, è solo capire, come ragionare in modo diverso. All’ alba dei 40 , mi trovo a dovermi ripensare, diventare una persona nuova. Chi lo avrebbe mai detto. Siete un aiuto, continuate così.

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